La fine è il mio inizio, recensione

La fine è il mio inizio, recensione

Venerdì 1 aprile esce nelle sale il film diretto da Jo Baier, intitolato La fine è il mio inizio, tratto dal romanzo omonimo di Tiziano Terzani e che vede tra gli interpreti principali Bruno Ganz e Elio Germano.
Il film racconta la storia di Tiziano Terzani che, giunto al capitolo finale della sua vita decide di raccontare le sue vicissitudini al figlio che arriva da New York e parlargli del viaggio spirituale intrapreso quando ha scoperto di avere un tumore.
Il film si ispira alla biografia postuma dettata dallo scrittore al figlio Folco; “nella mia vita ho vissuto con intensità, per cui non ho rimpianti, non ho paura…a morte è l’unica cosa nuova che mi può succedere.”
Questa è la sintesi della vita dello scrittore che va incontro alla morte con uno spirito indomito, senza paura e con la consapevolezza che tutto prima o poi deve inevitabilmente terminare.

Il Rito, recensione

Il Rito, recensione

Oggi, venerdì esce nelle sale italiane Il Rito, film interpretato da Anthony Hopkins e che racconta la storia di un seminarista che viene mandato dal Vaticano a studiare un esorcismo.
Il protagonista è un ragazzo che lavora nell’impresa di pompe funebri del padre e decide di prendere i voti, ma dopo il seminario scrive una lettera in cui dice di voler rinunciare al sacerdozio, ma un sacerdote che ha fiducia in lui lo convince ad andare a Roma per prendere parte ad un corso sugli esorcismi.
Lì si mette in contatto con padre Lucas, un anziano ed eclettico esorcista che lo coinvolgerà in un caso drammatico che lo spingerà a cercare la fede dentro di sè.

The Fighter, recensione

The Fighter, recensione

Oggi, venerdì 4 marzo, esce in tutte le sale italiane il film The Fighter che vede protagonisti Christian Bale, Mark Wahlberg e Melissa Leo, un film che usa la boxe come pretesto per parlare di relazioni umane.
Il film principalmente si basa sulla straordinaria interpretazione di Christian Bale e Melissa Leo che si sono aggiudicati meritatamente l’Oscar come attori non protagonisti.
Il regista David O’Russell racconta la storia drammatica di due fratelli che sono in lotta tra di loro con lo scopo primario di ottenere una rivalsa nella vita, nella società e all’interno della famiglia.

127 Ore, recensione

127 Ore, recensione

127 Hours è il film di Danny Boyle che uscirà nelle sale italiane venerdì 25 febbraio e che vede James Franco nei panni del protagonista.
Strano è il connubio tra la pellicola molto statica ed il regista invece sempre sovraeccitato e in continuo movimento: Boyle è andato a cimentarsi in una storia che all’apparenza ha davvero poco movimento dato che racconta le terribili e drammatiche 127 ore in cui un alpinista è rimasto bloccato in un crepaccio del Gran Canyon, sopravvivendo grazie all’auto amputazione di un braccio.

Il Grinta, recensione

Il Grinta, recensione

Il Grinta è un remake del famoso omonimo del 1969 diretto da Henry Hathaway ed interpretato dall’icona western di tutti i tempi, John Wayne, un remake però anomalo perchè i Coen lo reinterpretano, lo smontano e lo rimontano ma sempre con la consapevolezza che il materiale filmico sia composto principalmente da elementi narrativi preesistenti, ma che vengono ricollocati all’interno di una narrazione in maniera del tutto nuova.
Il tema western nelle pellicole dei Coen è sempre presente in qualche modo, sia esplicitamente come in Non è un paese per vecchi, o in modo più velato come in The Big Lebowsky, questo perchè è parte integrante della realtà raccontata dai due registi e paradossalmente Il Grinta è quella meno western delle altre: più vicina a The Big Lebowsky, la pellicola infatti scandaglia l’antieroe americano che qui è incarnato dall’ufficiale dell’esercito federale Usa alcolizzato e dal grilletto facile,Rooster Cogburn,(interpretato di nuovo da Jeff Bridges) che nonostante la sua completa inettitudine si trova, suo malgrado, a dover fronteggiare la sete di vendetta della quattordicenne Mattie Ross.

Sono il numero Quattro: recensione

Sono il numero Quattro: recensione

Sono il numero Quattro è il film diretto da D.J. Caruso (regista di Disturbia e di Eagle Eye) e prodotto da Michael Bay e Steven Spielberg che uscirà nelle sale italiane venerdì 18 febbraio.
Distribuito dalla Disney, la pellicola è la prima di altri sei capitoli tratti dalla saga scritta da James Frey e Jobie Hughes e con questo blockbuster la casa di produzione tenta il franchise come per Twilight.
In sintesi la storia racconta la vicenda di un giovane alieno, John Smith, che è piombato sulla terra assieme ad altri 8 del suo stesso pianeta dopo essere sopravvissuti all’attacco della razza ostile dei Mogadore; ora sulla terra si trovano a dover fuggire dagli inseguitori che li vogliono uccidere per poi, sterminare la razza umana.

Black Swan -Cigno nero: recensione

Black Swan -Cigno nero: recensione

Black Swan – Cigno Nero è un film molto complesso emotivamente e stilisticamente, in cui Nathalie Portman riesce a trasmettere un’intensità che tocca lo spettatore dall’inizio alla fine.
Vi è una contrapposizione di base tra il mondo candido della danza, in cui si cerca il raggiungimento della perfezione stilistica mentre dall’altra vi è il lato oscuro della mente umana e l’influire di questo sulle azioni quotidiane.
Nathalie Portman rappresenta in pieno il tema del doppio, prima castrata da una madre ossessiva e tirannica sulla metafora del sesso, poi alla ricerca sfrenata di questo e della sua perfezione che il più delle volte sfocia in una masturbazione sia fisica che mentale fine a se stessa.