Lars Von Trier e le dichiarazioni antisemite al Festival di Cannes

Lars Von Trier e le dichiarazioni antisemite al Festival di Cannes

Il regista danese Lars Von Trier ieri assieme al cast, ha presentato il film Melancholia e durante la conferenza stampa ha lasciato spazio a dei commenti che hanno lasciato di stucco tutti i presenti.
Partendo dal presupposto che vedendolo seduto lì, con le cuffie per la traduzione simultanea e la testa che ogni tanto ciondolava un po’ a destra e a sinistra, come in preda ad un tic, pareva che avesse preso qualche pasticca di troppo (infatti sembra che a girare Melancholia si sia fatto risucchiare dal vortice della depressione) ha fatto delle dichiarazioni che sembravano appunto uscite dalla bocca di uno che non ci stava tanto con la testa.
Il regista, che di recente ha scoperto di avere delle radici tedesche, ha detto che, in fondo, Hitler lo capisce come uomo, è contrario alla seconda Guerra Mondiale e mai si è schierato contro gli ebrei ma in realtà, Israele è diventato un vero e proprio problema “come un dito nel c**o, fa ca***e” (testuali parole).

Melancholia, un’ esperienza liberatoria per Kirsten Dunst

Melancholia, un' esperienza liberatoria per Kirsten Dunst

Melancholia diretto da Lars Von Trier è stata un’esperienza devastante per tutte le interpreti da Emily Watson a Nicole Kidman che hanno raccontato di violenze psicologiche e crudeltà di ogni tipo atte all’immedesimazione totale nei personaggi.
L’unica voce fuori dal coro è di Kirsten Dunst che ha dichiarato ai giornalisti che le hanno chiesto di parlare di quest’esperienza: ” Prima delle riprese avevo parlato con Charlotte di Antichrist e sapevo che per lei era stato un film fortemente emotivo, difficile da girare. Lavorare con Lars, per me, è stata un’esperienza meravigliosa. Lars è capace di creare un ambiente che permette un sacco di libertà. Gira molto velocemente e registra anche le prove. Questo fa sentire gli attori molto liberi. Non ci sono grandi luci né grandi scenografie, ma sei immerso in un processo intenso per otto ore al giorno. Non ci sono interruzioni e questo favorisce la fluidità delle performance in un ciclo continuo che non interrompe la concentrazione, facendo sembrare tutto molto reale. Abbiamo improvvisato molto. Per me è stata un’esperienza liberatoria.”