I Fantastici viaggi di Gulliver: recensione

I Fantastici viaggi di Gulliver: recensione

Venerdì 4 febbraio uscirà nelle sale di tutta Italia I fantastici viaggi di Gulliver, diretto da Rob Letterman ed interpretato dal divertente Jack Black.
Il film racconta la storia di Lemuel Gulliver, un addetto alla posta in un quotidiano di New York, che, con l’inganno, scrive un pezzo sul triangolo delle Bermude e viene inviato sul posto per fare una ricerca.
Si ritrova catapultato in una terra sconosciuta, Lilliput, in cui riesce a diventare una personalità di spicco sia per la sua immensa statura, sia per l’ego che cresce smisuratamente e che gli fa raccontare un mare di fandonie sulla sua vita.



La pellicola pensata dalla 20th Century Fox è semplicemente un racconto d’avventure esotico-fantasiose rivolto ad un pubblico preadolescenziale e nulla di più.
Non affronta infatti la tematica, cara a Swift, della critica alla società attuale, incarnata nel regno di Lilliput che rappresenta una metafora sociale del degrado dei valori; e non affronta la seconda parte del romanzo in cui il protagonista si trova sull’isola dei Giganti.
Film dedicato ai bambini, in cui il protagonista reinventa se stesso, raccontando avventure mirabolanti che non ha mai compiuto se non nella sua fervida immaginazione.
In realtà la pellicola è un omaggio e un compendio di tutti i personaggi interpretati da Jack Black in questi dieci anni e che lo hanno reso celebre.
La cosa che colpisce di tutto il film è l’uso delle proporzioni e delle misure, che, se all’inizio fanno sembrare New York una miniatura, l’uso del 3D enfatizza ancora di più le differenze tra i piccoli lillipuziani e il gigantesco Gulliver.
Film nel complesso carino, ma senza nessuna pretesa, se non l’intrattenimento un po’ banale e scontato.