Cannibal ferox, un cult per cinefili dallo stomaco forte

Cannibal ferox, un cult per cinefili dallo stomaco forte

Un vero cult per cinefili ed amanti dell’orrido, più che dell’horror, il film che questa notte viene proiettato su Retequattro alle 1,50. E sicuramente non consigliabile per le persone con lo stomaco debole o insofferenti per i film di serie zeta cui Cannibal Ferox, regia di Umberto Lenzi appartiene senza ombra di dubbio.

Sul finire degli anni ’60, in pieno riflusso, cominciavano a comparire sugli schermi pseudo documentari come “Mondo Cane” e “Mondo Cane 2” che ebbero persino un discreto successo di pubblico e di critica nonostante le “scene verità” raccontate e riprese nei film fossero tutt’altro che genuine.

I documentari erano ambientati in terre lontane, dove, al limite tra verità e falsi grossolani, venivano ripresi sacrifici di animali e di uomini, fachiri e stregoni, riti blasfemi e nudità, il tutto miscelato alla rinfusa per stordire lo spettatore alla ricerca di emozioni forti.

Poco oltre, alla metà degli anni ’70, trionfava sugli schermi un altro filone altrettanto discutibile ed orrido, che, utilizzando gli stilemi dell’horror, proponeva truculente storie con protagonisti sadici e crudeli, di cui certamente il più noto agli amanti del genere è “Ilsa, la belva delle SS”.

Cannibal Holocaust di Deodato e questo Cannibal Ferox rappresentano degli ideali sequel se non per la narrazione almeno per il raccapricciante gusto dell’orrido e del sanguinolento.

Come si desume dal titolo Cannibal Ferox è un film che tratta di cannibali, ritenuti scomparsi ma che invece la protagonista del film avrà modo di incontrare sulla sua strada, in Amazzonia, dove i suoi partner nella spedizione faranno di tutto per evocare una rabbiosa reazione nelle tribù di indios con cui vengono in contatto fino all’inevitabile sacrificio umano dei malcapitati.
Sangue a non finire, amputazioni e qualche nudo sono gli ingredienti classici della vicenda, da vedere in compagnia, suggeriamo noi…