La Bellezza del Somaro: recensione

La Bellezza del Somaro: recensione

Domani, venerdì 17 dicembre uscirà nelle sale italiane La bellezza del somaro, il nuovo film diretto da Sergio Castellitto e che vede tra gli interpreti Enzo Iannacci.
Commedia molto spassosa che racconta la storia di un week end in Toscana in cui Marcello (Sergio Castellitto) e Marina (Laura Morante), a casa di amici, si sentono finalmente sollevati per la fine della storia d’amore della figlia Rosa con un suo coetaneo e aspettano con gioia l’arrivo del nuovo fidanzato.
Peccato però che la ragazzina di 14 anni si presenti al fianco di Armando (Enzo Iannacci), il suo nuovo compagno di settant’anni.
Un’opera che si discosta molto dalla precendente collaborazione tra Castellitto e Margaret Mazzantini che nel 2004 hanno portato sullo schermo lo struggente ed intenso Non Ti Muovere, interpretato da una bravissima Penelope Cruz.
Questa è una commedia molto irriverente, che prende di mira il rapporto genitori/figli, sfociando a tratti nella commedia dell’assurdo grazie anche alle figure caricaturali dei protagonisti.



Rapprensenta la metafora dei genitori cinquantenni di oggi che cercano di modernizzarsi e calarsi nei panni di giovani adolescenti inetti, non ricoprendo più il ruolo di autorevolezza che contraddistingue la generazione precendente: un modo per cercare di essere giovani come i loro figli, cadendo però nel banale, ma più spesso nell’assurdo, dove non si distinguono più le figure genitoriali da qulle filiali.
Un coacervo di teorie sconclusionate, per cercare di gettarsi alle spalle il pregiudizio di un rapporto amoroso tra una bambina ed un anziano a scapito di un amore vero, o almeno così vogliono farci credere.
Peccato però che la pellicola risulti sovraccarica di simbologie superflue e di dialoghi urlati alla Muccino che risultano essere stucchevoli ed inutili.