Tamara Drewe, recensione

Tamara Drewe, recensione

Tamara Drewe è una commedia leggera con uno humor squisatamente inglese che vede Stephen Frears affinare le sue caratteristiche che sono chiaramente riconoscibili.
La pellicola è ispirata alle strisce a fumetti pubblicate sul Guardian, ideate da Posy Simmonds, che poi vennero integrate in un unico libro a sua volta basato sul romanzo di Thomas Hardy Via dalla pazza folla.
La vicenda è ambientata in un piccolo paesino di provincia inglese in cui fa ritorno una bella ragazza che un tempo era un brutto anatroccolo.
Essendo così bella, porta scompiglio in tutta la comunità dove la maggior parte degli uomini si infatua di lei, da un vecchio fidanzato ad un batterista rock.



E ovviamente questo fomenterà la ire delle adolescenti fan del batterista, che ne faranno di tutti i colori per evitare che i due si frequentino.
Il film può essere classificato come commedia romantica ma anche come commedia degli equivoci fino a sfociare in commedia nera: una commistione di generi ben riuscita da parte del regista Stephen Frears.
I protagonisti hanno la stessa fisicità dei fumetti e l’intento del regista non è quello di creare una commedia che fa riflettere, ma una pellicola che fa trascorrere due ore divertenti agli spettatori.
E quindi risulta essere un intrattenimento molto intelligente, in cui il gioco degli intrecci e delle passioni non viene mai ostentato, dando però una ventata di freschezza e di divertmento che non risulta essere mai superficiale.
Il film uscirà nelle sale italiane il 5 gennaio e val la pena andare a vederlo, se non altro per passare due ore in totale spensieratezza.