Vieni via con me, confronto tra Bersani e Fini

Vieni via con me, confronto tra Bersani e Fini

Dopo il grande successo della puntata d’esordio di Vieni via con me di lunedì scorso, ieri è andata in onda la seconda che ha visto protagonisti Bersani e Fini.
La puntata si è aperta con un monologo di Roberto Saviano dedicato alla mafia del Nord e di come si riunissero in una sala a Milano (ripresa da telecamere nascoste) per decidere i ruoli all’interno dell’organizzazione.
Poi è stata la volta di Luciano Ligabue che ha cantato Buonanotte all’Italia dopo aver letto i pensieri di Demir e Suzana Sufali, due persone sbarcate sulle coste pugliesi dopo un viaggio della speranza.
Il momento più atteso della serata è stato quando sono arrivati i due politici ad elencare i valori della destra e della sinistra; il primo è stato Bersani che ha letto quelli che sono i baluardi della sinistra, qui di seguito i passaggi più importanti del suo discorso: “La sinistra è l’idea che se guardi il mondo con gli occhi dei più deboli puoi fare davvero un mondo migliore per tutti. L’Italia ha la più bella Costituzione del mondo, la si difende ogni giorno. Il 25 aprile si fa festa“.
Poi ha continuato dicendo: “Nessuno può stare bene da solo. Stai bene se anche gli altri stanno un po’ bene. Se pochi hanno troppo e troppi hanno poco l’economia non gira perchè l’ingiustizia fa male all’economia, ci vuole un mercato che funzioni senza monopoli, corporazioni e posizioni di dominio ma ci sono beni che non si possono affidare al mercato: la salute, l’istruzione, la sicurezza“.
Bersani ha poi parlato del lavoro, “non è tutto ma questo può dirlo chi il lavoro ce l’ha. Il lavoro è la dignità di una persona, sempre. E soprattutto quando hai 30 anni e hai paura di passare la vita in panchina. Ma chiamare flessibilità una vita precaria è un insulto e allora un’ora di lavoro precaria non può costare meno di un’ora di lavoro stabile“.

Niente paura

Niente paura

Le canzoni di Ligabue come colonna portante di un documentario sulla storia italiana.
Questa è l’idea base del film di Piergiorgio Gay: raccontare gli ultimi trent’anni del nostro Paese, accompagnando ogni momento con una canzone del cantante romagnolo.
Ogni pezzo di storia mostrata (dalla caduta del muro di Berlino all’uccisione del giudice Borsellino) si alterna con frammenti di sequenze tratte dai concerti di Ligabue, nei quali si vede un pubblico adorante (prevalentemente giovanile) che canta con lui le sue canzoni.
Sono presenti anche diverse interviste, tutte con protagonisti persone comuni: dalla studentessa universitaria figlia di immigrati albanesi, all’operaio che ha lavorato per ricostruire la stazione di Bologna dopo la strage causata dall’esplosione della bomba, nel 1980.

Niente paura -trama, scheda, trailer

Niente paura -trama, scheda, trailer

Niente paura è un film documentario che parla dell’identità nazionale in un periodo in cui la politica sta attraversando una crisi radicale.

Il film racconta attraverso le storie personali di individui comuni, di personaggi famosi e da Ligabue stesso ( che ovviamente ha scritto la colonna sonora ed è la voce narrante di questa pellicola )la storia dell’Italia dalla fine degli anni Settanta a oggi non in modo ideologico.

Niente Paura, Ligabue alla Mostra del Cinema di Venezia

Niente Paura, Ligabue alla Mostra del Cinema di Venezia

Quando cinema e musica vanno a braccetto. E nel caso di Ligabue non è una novità, ma questa volta Luciano passa davanti alla macchina da presa e diventa interprete della Costituzione… avete capito bene: i protagonisti saranno i primi 12 articoli della Carta fondativa dello Stato italiano.

Il film-documentario è “Niente Paura”, proprio come il titolo della canzone contenuta nell’album del 2007 “Ligabue-Primo Tempo”, nonchè colonna sonora del film diretto da Piergiorgio Gay e presente fuori-concorso alla 67esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Non un film biografico “ma un viaggio attraverso gli ultimi 30 anni, un atto d’amore per l’Italia del fare” a dire dello stesso regista.