L’ultimo esorcismo: recensione

L'ultimo esorcismo: recensione

Il 3 dicembre uscirà nelle sale italiane il film L’Ultimo Esorcismo prodotto da Eli Roth e diretto da Daniel Stamm, regista tedesco di nascita ma americano di adozione.
Il protagonista è Cotton Marcus, un predicatore che ormai ha perso la fede e considera la pratica dell’esorcismo come un modo per guadagnarsi da vivere e nulla di più, ma viene chiamato per effettuare questa pratica da una famiglia della Louisiana e così, il predicatore decide di portarsi al seguito una troupe cinematografica per documentare l’ennesimo esorcismo.
Quando si trova di fronte alla ragazza colpita, in un primo momento pensa trattarsi soltanto di violenze che ha subito da qualche famigliare, fino però ad imbattersi nel male assoluto.



L’ambientazione della pellicola pare molto azzeccata, in questa Louisiana rurale che con gli edifici abbandonati crea un’atmosfera cupa e demoniaca e l’attore che interpretare il predicatore, Patrick Fabian dà prova di credibilità così come gli attori comprimari che descrivono un’America ancora in preda al fanatismo religioso e a creduloni di ogni sorta.
Il film però, ad un certo punto, in una scena chiave rivela troppo presto quale sarà il destino dei protagonisti, rovinando così la suspance che si era creata fino a quel momento.
La pellicola, nella sua totalità fa paura, o per lo meno fa sobbalzare sulla sedia per alcune scene ma non ha nulla a che vedere con L’Esorcista, tranne che per alcune scene un po’ scopiazzate, anche perchè il film è stato prodotto a basso budget e gli effetti speciali risultano essere molto limitati.
Nel complesso però è un buon lavoro e consigliamo di vederlo, senza però molte aspettative.