Recensione del film: Mia moglie per finta

Recensione del film: Mia moglie per finta

Mia moglie per finta è un film uscito nelle sale cinematografiche italiane nel mese di aprile del 2011. Il lungometraggio è interpretato da Adam Sandler, già protagonista di pellicole di successo quali 50 volte il primo bacio (2004), Cambia la tua vita con un click (2006), Zohan – Tutte le donne vengono al pettine (2008) e Un weekend da bamboccioni (2010). A fargli da spalla c’è una spumeggiante Jennifer Aniston che ha all’attivo alcuni film di grande successo di botteghino, come Ti odio, ti lascio, ti… (2006) e Io & Marley (2008). La regia è affidata a Dennis Dugan, autore in passato di varie commedie brillanti americane.



La trama è la seguente. Danny Maccabee (Adam Sandler) è un rinomato chirurgo plastico che, per evitare il matrimonio o una relazione stabile con donne con le quali ha fugaci amplessi, mette al dito una finta fede nunziale, cosicché ha sempre il pretesto per non legarsi a nessuna delle sue partner. Senonché, dopo una notte d’amore con Palmer (Brooklyn Decker), si innamora perdutamente come non gli era mai capitato. Purtroppo la giovane donna scoprirà il finto anello nunziale che il chirurgo ha sempre con sè per le sue tresche. Danny ricorrerà ad un ennesimo inganno. Non confessando di essere realmente celibe, dirà di essere sposato ma divorziato. A tal punto Palmer vuole incontrare l’ex moglie e lo strampalato chirurgo chiederà alla sua assistente, Katherine Murphy (Jennifer Aniston), di impersonare la sua finta moglie e di coinvolgere in questa messinscena anche i suoi due figli, tutt’altro che dolci e buoni.
Mia moglie per finta è il classico prodotto commerciale made in Usa, intriso di stereotipi e di luoghi comuni. Infatti nel film abbondano scene di donne dal fisico mozzafiato, spettacolari riprese aeree di paradisi tropicali e continui rimandi alla sfera sessuale che di certo non aiutano a far emergere il livello qualitativo del film. Nonostante la bassa qualità filmica, bisogna sottolineare che, rispetto ai cinepanettoni nostrani, i lungometraggi commerciali con Adam Sandler non scadono mai nella trivialità e almeno assolvono al loro scopo primario: far trascorrere, allo spettatore, un paio d’ore in spensieratezza e relax.