Sono il numero Quattro: recensione

Sono il numero Quattro: recensione

Sono il numero Quattro è il film diretto da D.J. Caruso (regista di Disturbia e di Eagle Eye) e prodotto da Michael Bay e Steven Spielberg che uscirà nelle sale italiane venerdì 18 febbraio.
Distribuito dalla Disney, la pellicola è la prima di altri sei capitoli tratti dalla saga scritta da James Frey e Jobie Hughes e con questo blockbuster la casa di produzione tenta il franchise come per Twilight.
In sintesi la storia racconta la vicenda di un giovane alieno, John Smith, che è piombato sulla terra assieme ad altri 8 del suo stesso pianeta dopo essere sopravvissuti all’attacco della razza ostile dei Mogadore; ora sulla terra si trovano a dover fuggire dagli inseguitori che li vogliono uccidere per poi, sterminare la razza umana.



I primi tre vengono uccisi e ora tocca al numero quattro scappare fino a trovarsi faccia a faccia con una ragazza che gli farà perdere la testa.
Il film dovrebbe strizzare l’occhio alle ragazzine e riprendere il successo di Twilight, ma le scene d’azione sembrano essere più vicine G.I. Joe quindi più verso un pubblico maschile.
Il tentare poi un approccio adolescenziale alla Twilight può essere un esperimento molto pericoloso perchè potrebbe ricalcare in modo completamente identico la saga dei vampiri, trasformando la pellicola in una brutta copia dell’altro.
Il protagonista alieno, Alex Pettyfer è bello, fisicato ma non tenebroso come Robert Pattinson e la protagonista femminile Dianna Agron, si è tolta i panni della cheerleader di Glee per vestire quelli di una fotografa, ma ancora visibilmente troppo acerba per il ruolo.
Il film nella sua totalità risulta essere banale ed infarcito di luoghi comuni, dalla ribellione del protagonista che si scontra con i suoi coetanei umani, alla sua felpa col cappuccio tirato su a rappresentare la sua chiusura nei confronti del mondo.
Staremo a vedere se sarà un successo o un mega flop.