Benvenuti al Sud, recensione

Benvenuti al Sud, recensione

Oggi esce nei cinema italiani Benvenuti al Sud diretto da Luca Miniero e rifacimento del film francese Giù al Nord di Dany Boon.
Da sempre la comicità italiana si basa sull’ enfatizzazione dei pregiudizi tra nord e sud e del divario che esiste tra queste due diverse realtà e questo film ne è l’esempio attuale.
Un’ impiegato delle poste di Usmate ( piccola cittadina lombarda ) viene trasferito per punizione ( si è spacciato per disabile con l’intento di conquistare un posto ambitissimo a Milano ) a Castellabate nel cuore della regione campana.
Un vero e proprio incubo per lui padano convinto che di Napoli sa solo tre cose: che fa caldo, la camorra è dappertutto e il dialetto è come una lingua indecifrabile.
Su questo presupposto e sulle incomprensioni linguistiche si basa il film creando delle sequenze molto esilaranti; ad esempio l’impiegato Bisio sulla Salerno Reggio Calabria con addosso il giubbotto antiproiettile fa molto ridere.



La coppia Claudio Bisio e Alessandro Siani è davvero molto azzeccata, e quest’ ultimo che lo accoglie come un famigliare offrendogli vitto ( in gran quantità ) e alloggio è molto comico e il fatto che Bisio non possa rifiutare perchè da quelle parti è un gesto molto scortese, crea delle sequenze ridicole che sono molto spassose.
Sicuramente riuscire a scherzare su pregiudizi e discriminazioni non è una cosa scontata e si rischia di essere offensivi, ma il regista, così come nella versione francese, ha la giusta sensibilità.
Bravissimi e molto azzeccati i comprimari Angela Finocchiaro ( moglie razzista di Bisio ), Giacomo Rizzo, Nando Paone e Valentina Lodovini spalle perfette in questo gioco delle parti, proprio come una piece teatrale degli anni 50 italiana.