Una vita tranquilla

Una vita tranquilla

Il nuovo film di Claudio Cupellini ci presenta la figura del ristoratore Rosario Russo, un cinquantenne italiano emigrato in Germania, dove ha aperto un piccolo albergo-risotrante, che gestisce insieme alla moglie tedesca Renate, dalla quale ha avuto un figlio: Mathias.
La sua vita scorre tranquilla finché alla sua porta non si presentano due ragazzi italiani: Eduardo, figlio di uno dei più potenti camorristi d’Italia, e Diego, che è molto più legato a Rosario di quanto non voglia far credere al suo amico.
Rosario, che quando viveva in Italia era conosciuto come Antonio De Martino, era un ferocissimo killer mafioso, e in un attimo si ritrova a dover fare i conti col proprio passato, dal quale era convinto di essere fuggito per sempre.

Secondo lungometraggio di Claudio Cupellini (che ha esordito con la commedia Lezioni di cioccolato), Una vita tranquilla è di genere drammatico, incentrato sulla figura del protagonista (magnificamente interpretato da Toni Servillo) e sulla sua estrema bipolarità: da un lato killer camorrista con diversi morti sulla coscienza; dall’altro marito e padre amorevole, la cui unica colpa è stata una piccola scappatella, prontamente perdonatagli dall’innamoratissima moglie.
Lo scenario idilliaco è ulteriormente enfatizzato da Mathias, il bambino biondo avuto dalla moglie Renate, simbolo della loro perfetta unione.
Al contrario, Diego è la rappresentazione vivente della sua vita precedente: tanto quanto Mathias è piccolo ed innocente, lui è adulto e con una vita vissuta pericolosamente alle spalle; Mathias è il classico biondino nordico, mentre lui è l’italiano mediterraneo per antonomasia; ma, soprattutto, mentre Mathias rappresenta le speranze ed i sogni futuri del padre, Diego è il passato che ritorna, la vecchia vita in tutto il suo tragico squallore e, come tale, l’ospite indesiderato.

Pertanto, risultano quindi più che evidenti i tratti tragici, quasi shakespeariani, presenti nel film: il rapporto padre-figlio, decisamente edipico, ed il tema della vendetta, costituiscono i due cardini fondamentali che tengono in piedi la storia, il cui messaggio fondamentale s’incentra sul fatto che dal proprio passato non si può scappare perché, in un modo o nell’altro, prima o poi tornerà sempre a bussare alla porta.

Il film uscirà nelle sale il 5 novembre 2010.